Una sequenza di set fotografici, alternati su fondo bianco e su fondo nero, scandiscono lo spazio della grande Sala Viscontea. Evocano alcune delle situazioni che caratterizzavano il lavoro quotidiano nello studio Ballo+Ballo. Sono piccole messe in scena pronte per diventare fotogrammi di una memoria condivisa. La mostra vuole rendere accessibile a chi non c’era, e soprattutto ai più giovani, qualche momento fondativo di un’esperienza irripetibile, fatta di atmosfere, di attese, di incontri e di grandi ascolti. Lungo le pareti della sala, le fotografie di Aldo Ballo abbracciano l’intero spazio. A chi non ha vissuto quel tempo trasmettono proprio la sua capacità di ascolto, un ascolto rivolto alle forme. E alla luce giusta per raccontarle. Osservando le immagini degli oggetti di design si può sentire la concentrazione dell’istante impresso sulla pellicola, il silenzio interrotto solo dai suoni meccanici di quell’oggetto magico che è un banco ottico. Ascoltando bene, si può udire anche, talvolta, una musica di sottofondo. Nello studio Ballo+Ballo la filodiffusione era accesa tutto il giorno. Era il respiro invisibile della “bottega”, il filo rosso che teneva uniti gli spazi e le persone che, lavorando, li popolavano.
Studio Azzurro è il gruppo fondato a Milano nel 1982 da Paolo Rosa, scomparso nel 2013, da Fabio Cirifino e Leonardo Sangiorgi, ai quali si aggiunge dal 1995 al 2011 Stefano Roveda, ha intrapreso un percorso progettuale complesso integrando linguaggi e competenze diverse. Dal 1982 a oggi, sono moltissime le opere realizzate da Studio Azzurro, che tracciano un percorso artistico trasversale rispetto alle discipline tradizionali: dalle videoinstallazioni interattive agli ambienti sensibili, dai musei di narrazione ai film e spettacoli teatrali, tutti concepiti con l’intento di coinvolgere lo spettatore in un racconto di immagini e sensazioni. Partecipazione e interazione sono, infatti, le parole chiave della poetica di Studio Azzurro che coniuga l’applicazione di tecnologie sofisticate con l’idea di un’arte dalla forte vocazione sociale, recuperando la centralità delle “storie”, delle testimonianze di vita. Tra i lavori del gruppo milanese si ricordano: Il nuotatore, Tavoli, Meditazioni Mediterranee, Portatori di Storie.
Silvia Paoli, storica dell’arte e della fotografia, è Conservatrice del Civico Archivio Fotografico di Milano. Ha curato mostre e pubblicazioni e ha insegnato storia della fotografia presso l’Università IUAV di Venezia, la Fondazione Fotografia di Modena, l’Università degli Studi di Milano, la Civica Scuola di Cinema “Luchino Visconti” – Fondazione Milano Scuole Civiche. Fa parte del comitato di direzione della rivista “RSF. Rivista di studi di fotografia” (peer reviewed journal) ed è presidente onorario dell’associazione Rete Fotografia.